Il sapore dell’olio : un viaggio di millenaria cultura, di pace e d’ amicizia.
Nel mio minuscolo giardino di città settentrionale merli, cinciallegre e pettirossi, qualche gazza e due fedeli cornacchie, hanno tavola imbandita d’inverno: palle di grasso e semi, burro, frutta secca e… panettone, perché anche il dolce li rassicuri sull’affetto del mondo e sulla gratitudine degli uomini. Con le loro voci e il leggero battere delle ali ci rendono bella la vita anche nei momenti difficili. Sul grande generoso ulivo leccino lascio le verdi drupe ricche di nutrimento, che non raccolgo perché ne godano dondolandosi tra le belle fronde, quando manco da casa.
L’ulivo è il mio albero prediletto, maestro verde di pace e medicina dell’anima.
Radice mediterranea delle nostra cultura, anche alimentare, il prezioso oro liquido che stilla extravergine dai frutti spremuti nei frantoi è l’unico sapore “materno” a cui mi è difficile rinunciare, se mi allontano all’estero. Era, versato con un pizzico di sale su una fetta di pane, da bambina, la più fragrante e amata delle merende e lo è tutt’ora. Naturalmente, col tempo, come per il pane, ho imparato a distinguerne i sapori e la perizia di lavorazione. Un viaggio alimentare che si può fare nelle proprie cucine o, ancor meglio, andando a cercarne il gusto nei luoghi di produzione. Immergendosi anima e corpo nel sereno incanto degli uliveti e godendo dell’ospitalità di chi ne ha cura.
Il mio luogo dell’amicizia, il mio uliveto prediletto dove tornare è nella Sabina, a meno di quaranta minuti d’auto da Roma, ben collegato anche con il treno con l’aeroporto di Fiumicino e con la Capitale. E’ il Podere Chiusa della Vasca, sulla Via Mirtense al Km. 10.800, a Castelnuovo di Farfa (Rieti), la cui proprietaria Patrizia Contri vive e gestisce con grande cura una accogliente, elegante residenza di campagna, immersa in due ettari di ulivi secolari che dolcemente declinano il terreno illuminato dal sole, verso un panorama aperto, che di fronte ha la splendida Abbazia di Farfa, luogo di spiritualità e cultura che data al VI° secolo. Un luogo di pace e di raffinata ospitalità in B&B, dove si può anche acquistare o ordinare in lattine o bottiglie dall’elegante etichetta “L’olio”, un evo di limitata produzione, dal sapore pregiato al quale non rinuncio più, che esalta ogni piatto, semplice o elaborato. Un delicato messaggero del gusto che ha già varcato i nostri confini verso Londra, Stoccolma e l’Olanda e che porta in tavola la migliore tradizione italica di terre dove l’ulivo regna da millenni, accompagnando fin dagli albori la fondazione della civiltà romana e poi la storia d’Europa.
Oltre alle molte mete della bellissime terre di Sabina, Roma, l’Umbria, l’Alto Lazio Viterbese, le Marche meridionali e l’Abruzzo sono a distanze brevemente raggiungibili dal Podere.
C’è qui un nucleo di pacifica gioia, da cui si irraggiano straordinari percorsi, ricchi di riferimenti storici e di attrattive paesaggistiche, archeologiche, architettoniche e naturali, verso borghi arroccati sulle colline o costeggiando corsi d’acqua incontaminata in cui ci si può immergere d’estate, se non ci si vuole impigrire intorno alla piscina tra gli ulivi del podere a contemplare le rondini, al fruscio di lavande, rose, gaure e rosmarini. Il luogo, dove anche i libri danno il benvenuto, è comunque affascinante in ogni stagione.
Di qui si può partire anche per uno squisito itinerario nei sapori locali, che hanno radici profonde nelle più affettuose tradizioni di casa italiane e nelle più genuine tradizioni della civiltà contadina, con una equilibrata attenzione alla modernità. Ricotte e pecorini squisiti, ottimi salumi e carni di animali allevati in libertà, e pani, pizze, rustici e dolci che lievitano ad arte in modo naturale e che coniugati con l’olio evo raccontano la fragranza della vita e ne moltiplicano il gusto. Patrizia è molto attenta al palato dei suoi familiari e ospiti e cura di far trovare in tavola i prodotti delle abilità locali. Il pane e i biscotti che stanno alla tavola del podere son freschi prodotti della passione accurata del fornaio Andrea Diafani, proprietario de La forneria , a Castelnuovo di Farfa: un banco delle delizie da cui è difficile uscire a mani vuote.
Come gli uccellini, anche i bambini hanno gioia e curiosità dei buoni cibi. Qualche tempo fa ho infatti scoperto la piccola Maya, che in visita da nonna Patrizia, a soli 4 anni, in punta di piedi, aveva delicatamente scoperchiato, senza rumore e senza romper nulla, una gran biscottiera di cristallo vicino al camino e con le sue manine intrepide..…pescava ciambelline. Mi fido dei bambini, sicché incuriosita ho infilato la mano anch’io e mi son immersa in una tonda dolcezza. Di ciambelline, che nel Lazio sono di vario gusto e tradizione, ce ne son tante ma, credetemi, quelle al vino rosso e noci di Andrea sono proprio speciali, sicché gli ho chiesto la ricetta e lui me l’ha gentilmente data, perché sia patrimonio anche dei nostri lettori. Lui ha un forno professionale e molta esperienza, ma, come pensavo, usa prodotti del luogo e la ricetta l’ha imparata dalla sua amata nonna. In sua memoria me ne ha passato le dosi che si usavano empiricamente a quei tempi in famiglia. Facili da usare e da moltiplicare. Dunque, mentre programmate un viaggio in quei luoghi di pace e meraviglia per scoprire il cuore d’Italia senza fretta, provatele:
Ingredienti
1 tazza di vino rosso di buona qualità a gradazione 12°-13°;
1 tazza di olio extravergine di oliva, possibilmente prodotto DOP della Sabina;
1 tazza di zucchero bianco; a parte, qualche manciata di zucchero per la spolveratura finale;
3 tazze di farina tipo 00 e una spolverata di farina per il piano di lavoro;
100 grammi di noci tritate.
Al lavoro
Mescolare accuratamente la farina con lo zucchero, quindi incorporare progressivamente l’olio e il vino; lavorare bene il tutto, aggiungendo infine le noci tritate.
Impastare amalgamando bene gli ingredienti. Dividere in parti l’impasto e formarne sul piano di lavoro infarinato delle cannette di circa 15 centimetri di lunghezza e circa 2 di spessore.
Formarne delle tonde ciambelline, che prima passate nello zucchero vanno poi posate sulla teglia, già allestita con la carta da forno.
Preriscaldare il forno quindi infornare le ciambelline per 20 minuti a 200° in forno tradizionale, oppure se ventilato a 180° per 30 minuti.
LINK: www.chiusadellavasca.com di Patrizia Contri e www.laforneriadiandrea.com di Andrea Diafani in Sabina. Di lì proseguendo per Roma, magari per un bel concerto all’Auditorium, suggerisco di fare una tappa di piacevole relax gastronomico al lunch o a sera alla Casina del Curato - Circolo della Pipa, in Via Francesco Jacovacci 25 ai Pariol , dove Patrizia e l’amica Paola Spano vi accolgono con la ristorazione e con eventi di varia cultura arricchiti dei sapori e delle ricette di Roma e delle tradizioni regionali italiane.
Serenella
Nessun commento:
Posta un commento