domenica 5 ottobre 2014
Putizza al dragoncello
“PEHTRANOVA POTICA”
Oggi ho scelto di parlarvi di un dolce della tradizione slovena in un modo un po’ diverso dal solito e di Anna che conobbi qualche anno fa, quando andai a casa sua per imparare a fare la PEHTRANOVA POTICA, “pehtra” in sloveno significa dragoncello, nome scientifico Artemisia dracunculus, e la putizza al dragoncello rappresenta sicuramente uno o forse l’unico, degli esempi più felici di dolce con le foglioline fresche di questa pianta dal delicato, ma persistente aroma di anice.
Scoprii quel giorno, con meraviglia, che il segreto di questa specie di strudel non era nel ripieno, dove l’unica difficoltà era la scelta del dragoncello giusto ed il suo sapiente dosaggio, quanto nella pasta lievitata che lo avvolgeva: una pasta soffice, leggera … perfetta !
Anna si era seduta sugli scalini esterni della cucina, con la terrina in grembo e aveva iniziato a lavorare l’impasto, con un movimento ritmico della mano aperta, fino a quando la pasta aveva iniziato letteralmente a “bollire”.
L’attenzione che metteva in questa operazione mi aveva colpita.
Anna è una donna giovane, “in carriera” si dice oggi, la sua cucina è attrezzatissima con tanto di impastatore elettrico in bella vista, eppure durante quell’ operazione, fatta rigorosamente a mano, Anna si era trasformata in una testimone preziosa di gesti antichi e mai dimenticati. Preziosa non solo perchè era in grado, caso raro, di riproporre le ricette della sua famiglia, ma perché lo faceva con religioso rispetto e se qualche particolare le sfuggiva, consultava prontamente un quadernetto, affinchè nulla fosse lasciato al caso o all’improvvisazione.
Qualcuno ha detto che le ricette per la cucina sono come gli spartiti per la musica, verissimo e proprio per questo credo che sia essenziale conoscere molto bene la “musica” per saperle interpretare nel modo più corretto possibile, è tutto lì il vero segreto.
Lucia
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