domenica 2 marzo 2014
Storia degli gnocchi veronesi
L’origine degli gnocchi di patate coincide con la nascita del Carnevale Veronese e risale al 1531, quando Verona era dominata dalla repubblica di Venezia.
In quell’anno una grave carestia aveva portato la città sull’orlo di una rivolta popolare, in particolare il quartiere di San Zeno, che allora era il più povero e popoloso della città.
Il Consiglio Cittadino, guidato da Tommaso Da Vico, famoso medico e filosofo medioevale, per portare la calma e spegnere la rivolta fece distribuire al popolo, l’ultimo venerdì prima della quaresima, pane, vino, burro, farina e formaggio.
Nel suo testamento, Da Vico lasciò poi un legato affinché, ogni anno, in quel giorno, fossero distribuiti alimenti agli abitanti di San Zeno.
Ebbe così origine la tradizione del “Venerdì Gnocolar”, il principale appuntamento del carnevale veronese, che ancora oggi si svolge nell’ultimo venerdì prima della quaresima.
In questa giornata, una grandiosa “Sfilata di Carri Allegorici “attraversa le vie del centro storico di Verona sotto l’occhio attento di centomila spettatori.
Gli gnocchi dell’epoca erano fatti con un impasto di sola farina e acqua, non conoscevamo ancora la patata, perché il famoso tubero comincia a far parlare di sé nella seconda metà del Settecento per opera del francese Parmentier.
Comunque sia, i Veronesi vantano quattrocento anni di esperienza nell’esecuzione dei tradizionali gnocchi. Alcuni storici dicono che il nostro carnevale è molto più antico, risale forse a millecinquecento anni fa, ma non vogliamo sconfinare: restiamo in cucina a preparare gli gnocchi.
Ecco la ricetta classica:
Gnocchi di patate
1 kg di patate (vecchie, farinose, a pasta bianca)
250 g di farina 00 circa
1 pizzico di noce moscata
sale q.b.
Al lavoro
Cuocere le patate in acqua fredda salata, sbucciarle, passarle allo schiacciapatate e lasciarle evaporare. Impastarle con la farina, il sale e la noce moscata.
Lavorare l’impasto delicatamente, formare dei piccoli filoncini di circa 1 cm e mezzo di diametro e tagliarli alla lunghezza di 2 centimetri. Con veloce movimento del pollice farli scivolare all’interno della grattugia, dal basso verso l’alto, premendo leggermente. Gli gnocchi acquisteranno così la caratteristica lavorazione utile a far aderire nel modo migliore il sugo alla superficie. Versarli in una pentola con acqua salata in ebollizione e raccoglierli con un colino appena salgono in superficie.
Condire a piacere: burro fuso, salvia e parmigiano; pomodoro e parmigiano; gorgonzola fuso; o con la parte minuta della veronesissima “pastissada de caval”.
Servirli caldissimi.
Antonia
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