martedì 3 marzo 2015

La minestra nel sacchetto

Serena Brini, cara amica bolognese nota stilista di moda, mi ha passato la ricetta della minestra nel sacchetto, piatto della tradizione romagnola che ha imparato da sua nonna, di cui mi ha narrato la curiosa storia. 
I romagnoli, si sa, son davvero originali e stravaganti nel dare il nome ai figli, tanto che la nonna di Serena fu registrata alla nascita come “Acetilene ”, in folle omaggio alle nuove invenzioni a cavallo tra ‘800 e ‘900. Fortuna volle non fosse nata maschio, perché l’avrebbero chiamato Carburo! La bella nonna Acetilene Catalani, poi detta per sempre “Lena”, nacque a Civitella di Romagna, paesino delle prime colline sopra Forlì, dove la cucina dell’Artusi era all’epoca abbastanza conosciuta e normalmente praticata in casa. Lena a circa 20 anni si trasferì con la famiglia a Bologna, dove le nacque la figlia Silvella e poi la nipote Serena, che della minestra a base di semolino si sono tramandate fedelmente ricetta e uso.
Dice Serena, che della nonna perpetua il bell’aspetto, che la minestra è molto semplice e veloce da realizzare e “ buonissima”, con un profumo che “ durante la cottura inebria la casa e davvero ti riporta indietro nel tempo”. Al tempo in cui il sacchetto saporito ristorava chi tornasse dallo spettacolo goduto dal palco di famiglia nell’ottocentesco elegante Teatro per 600 persone, inaugurato nel paese nel 1825 in onore di Napoleone per la presa di Mosca. Per condividerne l’atmosfera, accanto al piatto che oggi Serena con affettuosa eleganza ancora offre in tavola ai suoi cari, aggiungo tra quelle che mi ha inviato, l’immagine del ricettario scritto di mano originale della nonna Lena. Con qualche suo tocco aggiunto (come la noce moscata), Serena ha sostituito con foglio o sacchetto d’alluminio, lasciato un poco lento, perché “il composto cresce leggermente” in cottura, l’originario sacchetto di tela cucito lì per lì, in cui era contenuto un tempo il polpettoncino di salumi e semolino, attraverso il quale lentamente rilasciava gli aromi nel brodo. A chi volesse ripetere fedelmente la tradizione appresa per generazioni in Romagna, suggerisco di fornirsi di sacchetti di candido lino, da lavare per l’uso col ranno bollente, ben risciacquandolo e asciugandolo al sole, senza usare detersivi che impregnerebbero la tela dei loro pessimi e tossici umori, alterando il sapore della inebriante minestra.

Ingredienti ( Per 4)
4 uova
½ etto di prosciutto in un’unica fetta sottile, poi tagliata a dadini
1 etto di mortadella, parimenti tagliata
un po’ di noce moscata
3-4 cucchiai di parmigiano
semolino quanto basta per rendere l'impasto non troppo duro
sale
3-4 lt di brodo di carne

Al lavoro
Avendo già del buon brodo di carne o di pollo preparato, metterlo a bollire. Mescolare bene uova, salumi, un pizzico di noce moscata, semolino e sale in una ciotola ; formarne un polpettoncino, arrotolarlo e chiuderlo non troppo stretto, in un foglio di allumino per alimenti. Immergerlo nel brodo bollente e lasciarlo cuocere lentamente coperto per 3 ore .Quando è freddo, togliere l’involucro e tagliare il polpettoncino a dadini e cuocerli nel brodo stesso per ancora 5 minuti. Servirli ben caldi.

Serena e Serenella

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