venerdì 19 settembre 2014

Gnocchi di susine


Oggi con gli “gnochi de susini”, come li chiamano a Trieste, spero di accontentare quanti amano i sapori che ci arrivano da un passato non troppo lontano.
A Trieste dicono che li hanno portati le cuoche boeme che, a partire dal ‘700, hanno governato, per lungo tempo, le cucine delle famiglie triestine più abbienti. Piacevano molto questi gnocchi anche accompagnati ai piatti di selvaggina, spesso però rappresentavano il piatto unico, che faceva felici tutti, in particolare i bambini, quelli di una volta.
Se volete provare a farli, iniziate col procurarvi delle susine ben mature, eliminate il nocciolo e sostituitelo con un cucchiaino di zucchero.
Intanto preparate un comune impasto per gnocchi con 1 kg di patate, circa 250 gr di farina, 1 uovo.
La quantità di farina è difficile da stabilire a priori, dipende molto dal tipo di patate utilizzate, certo che adesso le patate sono nuove e poco adatte a confezionare gnocchi, il consiglio che posso darvi è di cuocerle a vapore con tutta la buccia, ancora calde pelatele e passatele subito allo schiacciapatate. Fatele intiepidire quindi procedete con la lavorazione come per dei normali gnocchi di patate. Formate con la pasta un cilindro, ricavate dei dischetti che una volta appiattiti sul palmo della mano possano contenere una susina. Richiudete bene la pasta formando un grosso gnocco rotondo.
Cuoceteli pochi alla volta in abbondante acqua salata, a leggero bollore, e quando risalgono a galla, attendete ancora qualche minuto prima di scolarli.
Conditeli con pangrattato rosolato in abbondante burro e a piacere spolverizzateli con zucchero e cannella.
Ho letto di recente un simpatico aneddoto che li riguarda: “Durante il Congresso di Vienna, 1815, l’ambasciatore della Sassonia si avvicinò di soppiatto a un gruppetto di persone che stavano confabulando tra di loro, erano il ministro austriaco Metternich, il francese Talleyrand e lo zar Alessandro. Certamente l’ambasciatore sperava di carpire chissà quali segreti, ma grande fu la sua meraviglia quando si accorse che Metternich stava descrivendo ai due ospiti la ricetta degli gnocchi di susine”.

Lucia

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