Nella vita non si può mai dire. Mi sono sposata giovanissima non sapendo rompere un uovo sul bordo di un piatto, ma non era una mia preoccupazione….mio marito cucinava benissimo e mi permetteva di decorare i suoi piatti.
Quando ero quasi convinta che la mia vita sarebbe andata avanti in questo modo una litigata su di una decorazione mise fine alle mie illusioni. La frase fu: impara a cucinare e decorerai i tuoi piatti come vuoi.
Perché il pensiero fosse più chiaro mi regalò un libro intitolato "Il Piacere della Tavola " con una dedica "Buona Fortuna".
Mi accorsi molto presto che la cucina era un pianeta senza frontiere e per esplorarlo, oltre alla fantasia e alla creatività che non mi mancavano, erano necessarie precise conoscenze degli alimenti, per utilizzarli al meglio, e delle tecniche di base.
Inconsciamente, cercando di capire il mondo infinito della cucina, scoprii che trovavo una grande armonia in me stessa. Che con il cibo riuscivo a comunicare meglio con mio marito, con i miei figli e con gli amici ai quali offrivo, con grande gioia e entusiasmo, i miei piatti.
Più mi addentravo in questo affascinante mondo più la mia passione per la cucina cresceva.
Andavo spesso a Parigi a trovare mio fratello ed ebbi quindi l'opportunità di frequentare diverse scuole di cucina, prima fra tutte il Cordon Bleu, e, quando ormai mamma di due bimbi cresciuti, decisi che mi sarebbe piaciuto dedicarmi a un lavoro scegliere di "insegnare cucina" fu quasi inevitabile.
Intensificai i viaggi a Parigi, anzi mi scelsi un maestro e con lui passai 15 giorni di full immersion,
molto stanchevole, ma di grande soddisfazione. La giornata iniziava al mercato alle 7 del mattino e terminava alle 17 per il maestro e alle 19 per me che, finita la lezione, dovevo riordinare e lustrare la cucina per il giorno successivo.
Nel lontano, ormai si può dire, 1978 aprii la scuola di cucina Il Melograno e iniziai ad insegnare con la qualifica di "maestra di cucina" che ho mantenuto negli anni. Ad aiutarmi ebbi sempre a fianco la cara amica Giovanna, anch'essa maestra di cucina, che mi regalò pazienza e tanto affetto.
I miei insegnamenti sono sempre stati frutto di sperimentazione continua, un omaggio alla semplicità, alla praticità e all'equilibrio alimentare così importante nelle vita quotidiana. Sono convinta che non è necessario essere dei virtuosi in cucina per riuscire a preparare un buon piatto, ma bisogna essere entusiasti e generosi.
Un piatto è sempre fonte di piacere , produce in ognuno sensazioni visive, olfattive, tattili, gustative.
Poiché la prima sensazione di un piatto è quella visiva, che ci fa decidere ancor prima di gustarlo se ci piace oppure no, ecco che da ciò deriva l'importanza della decorazione che ho sempre curato con particolare attenzione.
Non serve scolpire il ghiaccio, o intagliare angurie, per ingentilire un piatto basta una foglia, un fiore, un rametto di timo appoggiato con garbo.
Durante tutti questi anni la mia attività è stata intensa: oltre all'insegnamento quotidiano e ai miei personali aggiornamenti, ho scritto libri, ho collaborato per anni con testate di importanti giornali di cucina e ho fatto molte consulenze.
Quando stavo pensando di essere arrivata alla fine della mia carriera, con il rimpianto di non essere riuscita a passare le mie esperienze a una giovane, Giada, mia nipote, laureata in scienze delle comunicazioni con un lavoro fisso in agenzia, senza preavviso due anni fa mi disse: "se per te va bene mi licenzio e vengo a lavorare con te".
Difficile descrivere l'emozione del momento, è stato un dono inaspettato, un vero premio per tutti gli anni dedicati alla cucina.
Avere al fianco tua nipote che non lascerà morire ciò che hai iniziato ti da una sensazione di piacevole benessere e di tranquillità. Ora la scuola è sua ed io posso dedicarmi alla lettura delle 3000 ricette in archivio e sarà un piacere pubblicarne una parte sul blog facendo un gioco di ieri e di oggi anche per capire come la cucina sia viva e in continua evoluzione.
Grandissima Romana!!👏
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